PROTAGONISTI DA MAZZEO A DATO, FINO A TISSI: CHI SONO I GIOVANI BALLERINI, SIMILI PER FISICO E VOGLIA DI AFFERMARSI, SCELTI DAI TEATRI STRANIERI
Sul palco crescono i nuovi Bolle ma la carriera si fa all’estero
«Lui è un modello. L’Italia? Spero di tornare» La stella «Essere loro di aiuto è motivo di soddisfazione, ma si cresce a piccoli passi»
Piccoli Bolle crescono. Alti più della media, bravi e sfacciatamente belli. La generazione dei ballerini ventenni che il mondo vuole e assume è plasmata sul modello di Roberto Bolle, preferito dal mercato al più tradizionale «Italian dancer» di media statura, dai tratti e colori latini che per decenni ha dominato all’estero, sugli esempi del compianto Paolo Bortoluzzi, prediletto da Béjart a Bruxelles, e di Raffaele Paganini, conteso negli anni Ottanta tra il London Festival Ballet, Nancy e Zurigo.Che Bolle abbia imposto in questi anni, nel mondo, una nuova fisicità di danzatore italiano dal corpo statuario e il viso angelico, lo dimostrano le attenzioni che la stampa continua a tributargli. L’Huffington Post si domandava tempo fa: «Roberto Bolle è l’uomo più bello del mondo?», ammirandone il corpo nei due allestimenti newyorchesi di Peter Greenaway e Bob Wilson, mentre dall’inglese Times ai blog di Broadway è gara all’aggettivo più roboante. «Essere associato all’ideale estetico del Rinascimento, all’estero, è stato un elemento vincente. Gli stranieri cercano negli italiani ancora oggi quel modello di bellezza” ammette Bolle, impegnato con i suoi Friends in un tour da tutto esaurito. Se ho spianato la strada ai ventenni di oggi è una bella soddisfazione. Per me creare nuovi spazi abbattendo muri di indifferenza è stata un’avventura entusiasmante e solitaria. Ai ragazzi consiglio di costruire la carriera a piccoli passi. La sola bellezza può essere un boomerang».L’effetto Bolle si misura sul mercato dei ventenni che lasciano l’Italia (dove ballerebbero molto meno) con un contratto straniero in tasca. Se il 27enne Vito Mazzeo, un bruno di Vibo Valentia che sfiora il metro e novanta uscito dalla Scuola di Ballo della Scala, non è più una sorpresa con una carriera da «principal» al San Francisco Ballet, poi, dal 2013, al Balletto Nazionale Olandese (ma spesso «guest» anche all’Opera di Roma), il 24enne biellese Davide Dato, un viso che ha incantato anche la Tim di cui è testimonial, allievo di Ludmill Cakalli a Milano e diplomato a pieni voti alla Scuola della Wiener Staatsoper, l’anno scorso è stato promosso «solotänzer» (l’equivalente di primo ballerino nella gerarchia austriaca) al Balletto dell’Opera di Vienna, del cui corpo di ballo fa parte un altro italiano, il 22enne leccese Francesco Costa, bel viso e fisico guizzante, formato alla Scuola dell’Opera di Roma, proveniente da una famiglia di danzatori. Proprio Vienna, dove il direttore del ballo è Manuel Legris, ex pupillo di Nureyev all’Opéra de Paris e occhio fino per i talenti, sta per spalancare le porte alla promessa più eclatante del balletto italiano: Jacopo Tissi, 19 anni, una straordinaria somiglianza con Bolle cui l’avvicinano il viso d’angelo, l’altezza identica di 1.87, un’eleganza innata che lo candida ai ruoli da Principe. Altri punti in comune sono l’origine del Nord (Jacopo è pavese, il divo Roberto di Casale Monferrato), un cognome orecchiabile di cinque lettere con una doppia al centro, l’attaccamento alla famiglia d’origine, il debole per i social network, oltre alla stessa formazione, cioè l’intero iter di corsi alla Scuola di Ballo della Scala dove Jacopo si è diplomato, lo scorso giugno, con il massimo dei voti, 30 e lode.«Lo so, mi dicono che assomiglio a Bolle. Magari!” dice Tissi. Lui è un modello per tutti i ballerini. Io però sogno con moderazione per non restare deluso. Prima mi bastava diventare un professionista, oggi spero in un futuro da solista o da primo ballerino. L’amore per la danza? A cinque anni ho visto il Lago dei Cigni e ho capito che era il mio destino».Otto anni da pendolare tra Pavia e Milano per frequentare la Scala, dove ha conosciuto Martina, la sua ragazza. Tanto studio e un po’ di palestra per irrobustirsi. Come prova d’esame al diploma ha portato il passo a due dello Schiaccianoci , poi la maturità scientifica e le prime esibizioni da professionista sui palchi di Ravello, Spoleto, Roma: ora l’aspettano i galà in piazza del Duomo a Siena (martedì) e a Civita Castellana il giorno dopo. Un’estate decisiva per Tissi che ha firmato un contratto annuale con il Wiener Staatsballett: «Comincerò il 25 agosto. Volare a Vienna significa confrontarmi con un altro ambiente, nuove responsabilità. Dovrò costruirmi una reputazione in una bella stagione, ricca di titoli, dal Lago di Nureyev a Romeo e Giulietta di Cranko. E poi perfezionerò il mio tedesco. Se tornerò in Italia? Spero, tra un anno valuterò. Un arrivederci non è un addio».
Crippa Valeria
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(20 luglio 2014) - Corriere della Sera